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  • Immagine del redattoreRoberto Trevisani

Chi ha spostato il mio formaggio?


Ho ultimato da poco la lettura del libro Chi ha spostato il mio formaggio (autore Spencer Johnson, casa editrice Sperling & Kupfer) dopo averlo trovato per caso curiosando tra gli scaffali di una biblioteca. Ne avevo sentito parlare ma vedere tra i libri per adulti una copertina con disegnati dei topolini ha attirato la mia attenzione .


È una storia breve, apparentemente molto semplice ma allo stesso tempo ricca di significato.

I protagonisti, i topolini Tentenna e Ridolino, vivevano in un labirinto e passavano le loro giornate a correre scattanti alla ricerca di formaggio fino a quando un bel giorno ne scoprirono grandi quantità in un deposito. Felici della scoperta piano piano i due topolini cominciarono ad adagiarsi pensando di aver già ottenuto tutto ciò che desideravano, non accorgendosi che la situazione stava cambiando.


Una mattina arrivati al deposito si accorsero che di formaggio non ce n'era nemmeno l'ombra e panico e depressione presero il sopravvento.


"Non è giusto" dissero, rifiutandosi di riconoscere che la scorta era diminuita gradualmente.

Mentre Tentenna diceva "devono risarcirci, abbiamo dei diritti. La colpa è di qualcuno", Ridolino, dopo essersi ripreso dallo shock iniziale, cominciò a pensare di andare alla ricerca di formaggio e cercò la complicità del compagno. Ma questi non voleva abbandonare il loro deposito, posto comodo e senza sorprese a differenza del mondo esterno ignoto e pericoloso.


Ogni mattina tornavano al deposito sperando di ritrovare il formaggio fino a quando Ridolino si convinse che bisognava uscire a cercare un nuovo formaggio e disse all'amico:


"continuiamo a fare e rifare le stesse cose e poi ci chiediamo come mai la nostra condizione non migliora. Ci sarebbe davvero da ridere, se non ci fosse da piangere".


Tentenna non si lasciò coinvolgere, rimanendo convinto che Qualcuno avrebbe riportato il formaggio.


Nel nuovo viaggio Ridolino dovette affrontare le sue paure ma dopo averle superate si rese conto di sentirsi più forte, pronto a nuovi cambiamenti e capì che d'ora in avanti avrebbe potuto trovare molti nuovi formaggi.


"È meno pericoloso affrontare il labirinto che rimanere fermi senza formaggio".


"Se noterai per tempo i piccoli cambiamenti ti sarà più facile adattarti a quelli grandi quando arriveranno".


Nel libro il formaggio è usato come metafora per rappresentare ciò che ci rende ricchi e soddisfatti che siano affetti, soldi, lavoro o molto altro. Il rischio è darli per scontati facendosi rapire dalle abitudini rischiando di non accorgersi dei mutamenti.


I topolini identificano due comportamenti diffusi nella nostra società: i Tentenna negano il cambiamento e temendo una peggior condizione rimangono fermi mentre i Ridolino imparano ad adattarsi quando capiscono che il cambiamento può portare ad una condizione migliore.


Qualcuno potrebbe pensare che sono fuori tema rispetto al solito, ma esempi di Tentenna si trovano anche in campi economico finanziari. Si pensi ad esempio alla diffusa reticenza delle persone alla pianificazione (finanziaria, assicurativa e patrimoniale) data la credenza che lo Stato o Qualcuno penserà comunque a loro.


Un altro esempio sono i Tentenna imprenditori che urlano alla crisi e sperano negli aiuti pubblici anziché passare alla versione 2.0. Non vogliono accettare che la salvezza delle loro aziende deve passare dal rendersi differenti dai concorrenti, dal monitorare i freddi numeri che rappresentano il loro business e da un approccio con il mondo del credito totalmente diverso rispetto al passato. Risposte come "ho sempre fatto così" o "dobbiamo lavorare di più " rischiano solo di peggiorare la situazione.


Rimanendo a tema, mi piace vedere il mio lavoro come un accompagnamento dei Ridolino alla ricerca di nuovi depositi di formaggio.


Concludo consigliando caldamente la lettura di questo piccolo libro. Si troveranno tanti altri spunti di riflessione che in queste poche righe non è stato possibile approfondire. Saranno un paio d'ore ben spese a patto che si voglia usare spirito critico.

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